Una delle Agenzia dell’Unione Europea è il “Centro Europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie” (ECDC) ed in questo periodo, come è facile immaginare, si occupa quasi esclusivamente di COVID-19. In un suo rapporto del 19 novembre 2020 si occupa dell’aumento dei decessi nelle strutture residenziali per anziani a causa del COVID-19 e dedica una parte del rapporto alle visite dei familiari agli ospiti a riprova dell’importanza della necessità di ridurre il senso di isolamento sociale e solitudine che gli anziani stanno soffrendo in questi mesi di chiusura delle strutture. Questa condizione costituisce degli importanti fattori di rischio per la salute fisica e mentale degli anziani delle strutture.
L’orientamento dell’ECDC
Il linguaggio dell’ECDC è piuttosto cauto, come è giusto che sia per questioni controverse, ma il suo orientamento è quello di permettere, in determinate condizioni, le visite dei familiari agli ospiti delle strutture residenziali. L’ECDC afferma, infatti, che l’accesso alle strutture dei “visitatori esterni dovrebbe essere fortemente considerato con tutte le misure di prevenzione e controllo delle infezioni proporzionate al rischio presente, al fine di consentire visite sicure”. La valutazione del rischio dovrebbe essere valutata in collaborazione con le autorità sanitarie pubbliche. Gli incontri fra i familiari e gli ospiti dovrebbero avvenire in aree dedicate esclusivamente alle visite, le quali dovrebbero garantire un’adeguata ventilazione, consentire un adeguato distanziamento fisico (preferibilmente 2 metri) e dovrebbero essere accessibili senza attraversare aree comuni.
Ovviamente rimangono ferme tutte le precauzioni già stabilite per situazioni simili e cioè l’uso di mascherine facciali e l’igiene delle mani appropriata per tutti e il distanziamento fisico (preferibilmente 2 m) durante le visite.
Ovviamente le persone sintomatiche non possono visitare le strutture residenziali per anziani e prima di entrare nelle strutture, i visitatori dovrebbero essere registrati con informazioni sufficienti per una successiva ricerca del contatto, se necessario.
Come si sono orientati i paesi europei?
I paesi europei hanno preso provvedimenti non omogenei che nel corso del tempo sono cambiati in relazione all’andamento della pandemia. In questi ultimi mesi, si è registrata una leggera prevalenza dei paesi europei che hanno stabilito di chiudere le strutture residenziali alle visite dei familiari salvo autorizzare esclusivamente le visite nelle situazioni critiche, come il fine vita (Danimarca, Irlanda e in parte Belgio). In altre nazioni le visite dei familiari, invece, sono state autorizzate con tutte le precauzioni igieniche previste dalla normativa (Olanda, Svezia se nel territorio non ci sono focolai) mentre in Francia è il direttore della struttura a valutare tenendo conto della situazione locale e della struttura. Il Regno Unito fa un po’ storia a sé dato che le sue varie componenti si sono comportate in modo diverso: in Inghilterra decide il direttore della struttura, in Scozia le visite sono permesse con le precauzioni, in Galles invece non sono permesse salvo le situazioni critiche ed in fine in Irlanda del Nord le visite sono limitate al massimo) (tabella 1).
In Italia, la situazione è molto ambigua con la legge che ha chiuso le strutture alle visite salvo quelle essenziali ed una circolare del Ministero che invece ha aperto alle visite pur con tutte le condizioni e le precauzioni necessarie a salvaguardare la sicurezza degli incontri (Pesaresi, 2020).
Ovviamente, per comprendere appieno gli orientamenti dei vari paesi occorre anche tenere in considerazione i provvedimenti più generali che si sono presi per tutelare la sicurezza sanitaria delle strutture residenziali per anziani nel cui contesto si collocano le misure relative alle visite dei parenti degli ospiti. Tali misure sono sintetizzate nella tabella 2.
Qualche valutazione
1. Le decisioni prese dalle diverse nazioni sulle visite dei familiari nelle strutture residenziali per anziani non ci aiutano molto perché sono disomogenee in quanto influenzate dai diversi approcci delle politiche nazionali alla pandemia e dalla diversa diffusione del virus nei vari paesi, nei diversi momenti.
2. Rimane quindi difficile contemperare le due diverse esigenze di garantire la sicurezza della vita degli anziani con la necessità di evitare un peggioramento delle loro condizioni di salute e della loro qualità della vita.
3. La direzione verso cui andare è comunque indicata, anche dall’ECDC ed è quella di cercare di favorire in totale sicurezza la ripresa delle visite dei familiari ai loro congiunti accolti nelle strutture residenziali. Questo però comporta che tali visite debbano essere sospese quando ci sono casi positivi nella struttura. Sono state pubblicate alcune ricerche che hanno evidenziato che c’è un rapporto diretto fra il rischio di infezioni da COVID-19 nelle strutture ed il livello di presenza delle infezioni nel comprensorio in cui è collocata la struttura residenziale. Più è elevata le presenza di casi positivi a livello di territorio locale più sono elevate le possibilità di registrare casi positivi nelle strutture. Per cui laddove è elevata la quota di cittadini infetti nel comprensorio di riferimento della struttura e laddove tale quota sia in crescita andrebbero evitate le visite dei parenti. Difficile pensare a norme nazionali uguali per tutti quando l’andamento del virus è diseguale nei tempi e nei luoghi. Per cui la possibilità di aprire o meno le strutture – pur con tutte le precauzioni igieniche – potrebbe essere differenziata sulla base di criteri chiari ed oggettivi in relazione all’andamento della pandemia.
4. Servono norme nazionali chiare e non contraddittorie (non come quelle italiane per intenderci) per gestire le visite dei parenti. Le norme contraddittorie portano ad atteggiamenti difensivi di chi le deve applicare per evitare i rischi di una possibile conflittualità anche penalmente rilevante fra familiari e struttura residenziale in esito agli effetti della eventuale riapertura delle strutture.
5. Il vaccino che sarà distribuito prioritariamente agli ospiti e agli operatori delle strutture residenziali per anziani renderà sicuramente più facile la gestione delle visite dei familiari agli ospiti delle strutture.
Bibliografia
Pesaresi F. (2020), La circolare del Ministero sulle visite dei parenti nelle strutture per anziani.
Quando la circolare contrasta con la legge, I luoghi della cura online, n. 5.
The European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC (2020), Increase in fatal cases of COVID-19 among long-term care facility residents in the EU/EEA and the UK, 19 November.