1 Giugno 2006 | Programmazione e governance

Politiche sociali di centro-destra: la riforma del welfare lombardo. A cura di Cristiano Gori, Carocci Editore, 2005

Politiche sociali di centro-destra: la riforma del welfare lombardo

È un libro importante ed è un grande merito di Cristiano Gori averlo curato con intelligenza ed equilibrio. Chiunque ha oggi responsabilità programmatorie o di indirizzo politico lo studi con attenzione. Allo stesso tempo potrebbe anche diventare un libro di testo universitario, perché è metodologicamente una fonte preziosa di informazioni, utilissime per chi vuole apprendere un percorso professionale.

 

La Lombardia nell’ultimo quinquennio ha scelto di rivoluzionare il tradizionale approccio ai servizi sociali, ponendosi come modello a livello nazionale. Il volume aiuta a tracciare un bilancio di questa esperienza che – indipendentemente dai giudizi di parte – costituisce un punto fermo nel nostro panorama nazionale. L’augurio è che, nella frequente confusione che caratterizza le innovazioni delle regioni si tenga conto – sia in senso positivo che negativo – dell’esperienza maturata in Lombardia. Certo, in epoca di devolution acritica ognuno è libero di ripetere gli errori compiuti dagli altri, con enormi costi umani ed economici. Non sarebbe però auspicabile una maggiore umiltà e quindi un’attenzione intelligente verso chi ha già percorso alcune strade? Di conseguenza, sarebbe auspicabile che si creasse a livello centrale (cioè attorno agli aborriti ministeri!) un luogo di raccolta di informazioni, di discussione e di consulenza al quale accedere per costruire poi i provvedimenti adeguati per le singole realtà.

 

Il volume di Gori è un esempio di alto livello di un metodo che auspico si sviluppi nel prossimo futuro; per questo motivo esprimiamo gratitudine verso l’Istituto per la Ricerca Sociale ed il Sindacato Pensionati (SPI) che hanno permesso il lavoro di ricerca che sta alla base del libro. La lettura di questo volume mette in luce alcuni aspetti critici. Il primo è la difficoltà di raccogliere dati che permettano di valutare a posteriori l’efficacia di un intervento programmatorio.

 

Di particolare importanza per i Luoghi della cura sono i temi legati alla riforma della rete delle RSA e dei sistemi di pagamento delle prestazioni all’interno delle stesse. Il sistema SOSIA – orgogliosamente adottato superando critiche spesso motivate – favorisce un percorso di qualità delle prestazioni? È uno strumento di controllo dei costi che permette un’assistenza adeguata alle persone più fragili? Alle moltissime domande che vengono spontanee non si può dare una risposta fondata se il sistema non è attrezzato rispetto alla misura dei risultati, che ovviamente sono di natura tra loro profondamente diversa (condizione psico-fisica degli ospiti, valutazione soggettiva dei risultati da parte degli stessi e degli operatori, costi, ecc.). Un secondo aspetto è la forte valenza ideologica delle scelte compiute e la relativa chiusura rispetto a contributi di provenienza culturale non omogenea. In un paese sempre dominato da logiche di mediazione questo atteggiamento è certamente innovativo.

 

Ma è adeguato rispetto alla guida di sistemi complessi? Su questo argomento non si è sviluppato un dibattito adeguato, come invece sarebbe stato interessante, anche perché i tecnici dei servizi si sono divisi su base ideologica e non hanno saputo svolgere una funzione critica indipendente, impoverendo quindi anche il dibattito tra politiche-ideologie-soluzioni tecniche. Un ultimo aspetto critico, tra i molti messi in luce dal volume e sui quali sarà importante soffermarsi, è la relativa rigidità dell’impianto delle varie riforme, rispetto all’esigenza di adeguarsi ad una domanda che in questi anni continua a mutare in modo veloce.

 

Troppe cose cambiano in una regione che invecchia, dove i costumi ed i legami diventano sempre più precari, perché un sistema che rispetti davvero le speranze della gente possa permettersi di non ascoltare con attenzione quello che cresce ai vari livelli di una società ricca come quella lombarda di storie di generosità e intelligenza sociale, che non può essere mortificata da provvedimenti sostanzialmente rigidi e sordi rispetto a questo passato che proietta le sue luci anche sul presente. Ma il discorso sulla partecipazione nella programmazione e organizzazione dei servizi è troppo grande e va ben oltre anche agli scopi di questo importante volume.

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