Desidero manifestare la mia grande soddisfazione per il risultato ottenuto dal Network Non Autosufficienza nell’inserire nel Pnrr un impegno preciso a favore dell’impostazione, nel prossimo futuro, di un piano razionale e attuabile per le persone anziane fragili. Aggiungo pure la mia soddisfazione come presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, che da sempre si batte per la costruzione seria di interventi articolati a favore degli anziani non autosufficienti.
Voglio anche esprimere la mia gratitudine al Prof. Cristiano Gori perché solo la sua intelligenza creativa e colta, nonché la sua sensibilità nel creare alleanze, ci ha permesso di raggiungere l’obiettivo.
Adesso inizia la strada più difficile, perché nei prossimi anni (non troppi, speriamo!), dovremo convincere i decisori a trasformare l’impegno a occuparsene, anche in un impegno a delineare la struttura di una rete. Invece, il Pnrr, così come è stato steso, non contiene indicazioni in questo senso, ma propone singoli pezzi di un puzzle, senza suggerire nulla sul come poi deve essere messo assieme.
Invece noi dovremo impegnarci a definire la rete, senza sfuggire come fa il Pnrr da nodi importantissimi, come quello riguardante il ruolo delle RSA, la funzione dei medici di famiglia e l’insieme dell’organizzazione territoriale dei servizi. Anche l’impegno per la digitalizzazione del sistema sanitario e assistenziale, se adattato alla situazione attuale rischia di perdere gran parte della sua efficacia; avremo forse una telemedicina un po’ più efficace, ma l’ideale di stendere una rete digitale, sulla quale il singolo anziano, la sua famiglia e i servizi possono appoggiarsi, sarà irraggiungibile. E’ un’illusione senza futuro pensare che sia il digitale a plasmare il reale, se questo non ha sua precedente strutturazione, della quale si sia dimostrata l’efficacia.
Io mi dichiaro apertamente dalla parte dei sostenitori di Draghi, che in poche settimane ha riaggiustato l’Italia che stava andando al disastro; quindi, le mie critiche non sono dettate dalla sfiducia rispetto alla possibilità di costruire qualche cosa di buono; mi rendo, però, conto di quanto la burocrazia resista al vero cambiamento. Entrare nella logica del mare aperto, rinunciando ai porti sicuri del passato, non è facile, praticamente e psicologicamente; però, questo governo potrebbe farcela…
Inizia adesso una strada lunga e complessa (uso questo termine a ragion veduta, perché solo se siamo in grado di guardare al reale con l’occhio di chi non legge singolarmente i problemi, ma li comprende come unità, riusciamo davvero a costruire qualche cosa di utile). Penso, ad esempio, alla realtà degli ospedali di comunità, che conosco bene per esperienza lavorativa. Sono stati bistrattati rispetto alla definizione del loro numero, come fossero realtà rilevanti solo per il loro costo e quindi per la loro compatibilità nell’insieme dei conti per il Pnrr. Capiremo, invece, di quanti ne abbiamo bisogno solo caratterizzando la loro collocazione, da una parte rispetto alla storia naturale di una persona anziana con gravi problemi di salute, dall’altra rispetto agli altri pezzi della rete clinico-assistenziale. Sarà un’operazione complessa, però indispensabile alla luce di quanto avviene oggi.
Buon lavoro a tutti noi, allora. Nell’impegnativo percorso che ci attende posso assicurare la collaborazione dell’intera AIP, che crede – così come chi ha elaborato la proposta e partecipato alla campagna per la sua introduzione – che la cultura, la professionalità e l’impegno civile possono superare anche le maggiori criticità.